martedì 9 febbraio 2010

Viaggio da Borgotaro a Worms in bicicletta in solitario di Paolo Pattoneri detto "Cicci"

DA BORGOTARO A WORMS: IL VIAGGIO DI PAOLO PATTONERI
Paolo "Cicci" Pattoneri, in sette giorni, da solo, in bici, ha attraversato mezza Europa; partito da Borgotaro, é arrivato a Worms, dove lo aspettava il Corpo Bandistico in trasferta. Cronaca, raccontata e fotografata, di 800 chilometri di pedalate.



Per chi avrà il piacere di leggerlo, questo è il reportage del viaggio del borgotarese Paolo Pattoneri che, approfittando della trasferta della Banda a Worms in Germania, ha deciso di compiere il viaggio di andata in solitaria con la propria bicicletta, attraversando il Nord-Italia, la Svizzera, la Francia e parte della Germania pedalando per oltre 800 km.
E’ la storia di una sfida con l’ambiente ,di coraggio, fatica e solidarietà. Ma è soprattutto la storia di un momento di confronto interiore, perché pedalare da solo per un tragitto così lungo ti porta a fare un viaggio sia fisico che introspettivo. A volte, per compiere delle imprese degne di tale nome non è necessario superare luoghi cosiddetti estremi, ma è sufficiente stabilire un limite che ci appaghi


Questo ha fatto Paolo con la sua impresa che possiamo definire “normale”, ma non alla portata di tutti. Parafrasando il famoso si può dire “Un uomo solo al comando….di se stesso”.


Il tutto nasce dalla curiosita’di scoprire di conoscere luoghi e persone che non si frequentano nella quotidianità . La passione per l’avventura e’ sempre stata innata nel mio essere,fin da ragazzo ho ammirato gente del calibro di WALTER BONATTI,CARLO MAURI,AMBROGIO FOGAR E più indietro nel tempo i grandi navigatori e gli esploratori di ogni tempo. Con gli amici da ragazzo si esplorava il taro poi le nostre montagne fino alle alpi e gli appennini del centro italia


Un giorno leggendo un quotidiano sportivo vengo a sapere che un triestino di nome MASSIMO OSTROUSKA stava per compiere da nord a sud l’attraversata del continente americano,partenza da portbay a usuaya nella terra del fuoco in bicicletta,per mesi ho seguito le puntate degli articoli di questa stupefacente impresa,in seguito vidi massimo al maurizio costanzo show.


In internet cercai il sito”estrema 94”,dove assieme alla descrizione del viaggio corredata di foto c’era il numero di telefono di OSTROUSKA.




Lo contattai e mi invitò a Pordenone a seguire la proiezione delle diapositive del viaggio,da quel momento diventammo amici ,venne anche al borgo ospite a casa mia.


Fino a quel momento la bicicletta era un mezzo di cui avevo sottovalutato le potenzialita’,ma ora si stava aprendo ai miei occhi un nuovo modo di vivere l’avventura.Infatti da li a poco nel mio piccolo ho viaggiato in Italia ,Roma,San Giovanni Rotondo,Trieste,Ventimiglia.


Questa volta invece ho pensato all’estero,aprofittando della trasferta della banda di cui faccio parte,ho deciso di partire sempre in solitario per Worms in germania,dove i vigili del fuoco di borgotaro sono gemellati con quelli locali.


Decido di partire il 16 di settembere,9 giorni prima dell’arrivo della banda in autobus a WORMS.
E’ una giornata infame,pioggia battente,non so che fare. Continuo a guardare il cielo scuro per decine di volte.


Penso:mi sa che questa volta non si parte. Ormai rassegnato,verso le 14 non piove piu’anche se il cielo e’ bruttissimo,ed e’ allora che in fretta e furia mi vesto di tutto punto e parto con la speranza che il tempo tenga. Il mio amico Maucci dal balcone mi saluta e mi da del matto,ma l’adrenalina e’a mille. SI PARTE finalmente.

La prima tappa e’ a Cortemaggiore 100 km,che percorro in 3,50 minuti, ospitato dal mio AMICO nonchè Presidente del Corpo bandistico Borgotarese MARIO PINAZZI.


Dopo una notte di abbondante pioggia al mattino alle 8 parto per la seconda tappa,COMO: 151 km percorsi in 7 ore 37 minuti. La tappa e’ pianeggiante e fotunatamente con poco traffico almeno fino a Melzo.Inaspettatamente da Lodi a Melzo percorro una splendida ciclabile di una decina di km che nulla ha da invidiare a quelle svizzere che in seguito potrò apprezzare per la loro sicurezza e bellezza.

Arrivato in Brianza comincia qualche sali scendi fino a Como ma il tutto, fresco come sono viene pedalato agevolmente.
Alloggio nel primo hotel che incontro, e’ pulito e questo e’ gia molto.


L’indomani dopo aver acquistato 2 banane, 2 pesche e l’acqua, alle 8 in punto parto per la seconda tappa che sulla carta si preannuncia assai difficoltosa. In teoria dovrei arrivare in prossimità del tunnel del GOTTARDO. Si parte subito con qualche km di salita leggera per poi fare un discesone verso Chiasso, al confine con la svizzera.


Dopo Chiasso si comincia a salire per qualche km fino a Mendrisio per poi scendere a Lugano con il suo splendido lago,certo uno scenario simile merita qualche foto. Una cosa balza agli occhi di un cicloviaggiatore appena varcato il confine,le piste ciclabili.


Sono ben visibili e con segnaletica apposita. Subito dopo Lugano la faccenda si
fa dura,bisogna salire MONTE CENERI,uno stradone larghissimo con annessa ciclabile porta verso Bellinzona, al culmine di Monte ceneri,mi butto in picchiata in una lunga discesa,a velocità
altissima e adrenalina a 1000.


Arrivato a Bellinzona la ciclabile e' chiusa per lavori,per entrare in città mi accompagna uno scooterista gentilissimo che mi fa strada. Dal centro prendo per il GOTTARDO,la strada sale con una pendenza che da l'impressione di un falsopiano,ma le gambe sentono che la salita c'e' eccome. Dopo parecchie soste per recuperare le energie che salita più 12 kg di bagaglio mi stremavano arrivo ad AIROLO,dove prendo il treno per attraversare il tunnel del Gottardo per arrivare a Goscenen.


Da questo punto 40 km di discesa ,una pacchia e un toccasana per la fatica patita fino ad ora. Arrivo a FUELEN sul lago dei 4 cantoni dopo 148 km e 7,45 ore di sella. Al mattino dopo acquisto come al solito la scorta di frutta e acqua e parto per la quarta tappa che dovrebbe condurmi a BASILEA,dopo 40 km di una ciclabile bellissima a bordo lago ho dei problemi al cambio della bici,ho perso la molla ed e' tutto un deragliamento della catena.

Chiedo a un ciclista di passaggio dove posso trovare un meccanico e purtroppo devo tornare indietro di 5 km a BRUNNEN,tutti a piedi .Dove trovo un meccanico gentilissimo che ripara la bici. Il tutto però mi è costato ben 3 ore di ritardo sulla tabella di marcia. Una curiosità:all'esterno dell'officina vedo un distributore attaccato al muro che sembra di sigarette ma resto stupito dal fatto che e' un distributore di camere d'aria di tutte le misure con annesso il tubo dell'aria compressa,incredibile.

Riprendo la marcia fino a GERSAU,per attraversare il lago con un battello,ma le ore perse mi costringono a recuperare con un treno fino a lucerna,da dove riparto per Basilea. Arrivo in città alle17,30 dopo 90 km in 5,30 ore. Ma ora succede un fatto che non potrò mai dimenticare. Dopo essere passato all'ufficio turistico per una cartina dove venivano riportati Hotel e Bed and Breakfast,comincio la ricerca di un luogo per la notte.


L'ostello ha posto ma solo una doccia per 300 persone,quindi passo agli hotel ma sono carissimi,mi rivolgo quindi ai bad and breakfast,dove ricevo una decina di dinieghi. Sfiduciato fermo a un semaforo impreco guardando la cartina,una signora anziana in bicicletta mi dice qualcosa in tedesco,io rispondo che non parlo tedesco in inglese e sono italiano,gli spiego il mio problema e anch'essa da uno sguardo alla cartina per indicarmi dove potevo cercare


Dopo un minuto di esitazione mi chiede di seguirla,andava in bici come una scheggia fino a che si ferma davanti a un portone e mi invita ad entrare dicendomi che e' la sua casa,io rispondo come scusa che ho la bicicletta ma lei mi indica di sistemarla vicino a quella del marito. Stava ormai venendo buio,quindi sebbene io fossi intimorito,accettai di entrare. Mi porto' in una stanza con un divano letto e mi disse di accomodarmi.(dimenticavo,parlava correttamente l'italiano),mi presento il marito. Dopo essermi sistemato e lavato, decido di uscire per andare a mangiare.


La signora PASSAVANT,mi consegna addirittura la chiave di casa per il rientro. Non nego che tutto questo oltre ad intimorirmi mi incuriosiva alquanto. Dopotutto io ero un'estraneo e straniero,loro per me altrettanto. Infatti prima di addormentarmi ho sprangato la porta della mia camera con una sedia. Al mattino dopo,vedo in una stanza un trombone appeso al muro,suonando quello strumento in banda mi sono incuriosito,e ho chiesto il significato di quello strumento .Incredibile ma vero la signora Passavant suona il trombone,infatti me ne mostro' altri 2. Suonammo qualche nota insieme e venne d'obbligo data la situazione fare una foto insieme.

Dopo questo siparietto e fatto la solita spesuccia di frutta e acqua,mi ha addirittura accompagnato in bici atraversando la citta e agevolandomi non poco fino alla frontiera con la Francia. Non so cosa posso aver trasmesso a queste persone per tanta gentilezza ma sicuramente e' stato un fatto eccezionale,grazie signori PASSAVANT.Comunque la quinta tappa e' iniziata. Subito dopo il confine attraverso in sequenza piccoli paesi vicino al RENO,un grande fiume, bellissimo, tranquillo e navigabile che mi accompagnera' fino a destinazione. Percorro una strada diritta come una spada per cento km attraverso campagne
foreste e zone industriali,addirittura ho davanti a me la centrale nucleare di FESSENHEIM




Percorsi 106km in 4,45 ore arrivo a RHINAU,Mi piazzo in un bellissimo bad and breakfast,ceno e faccio il punto della situazione. Scopro che la cartina a disposizione non e' affidabile,infatti segnala un ponte sul Reno dove mi trovo ma in realtà non esiste,c'e' una chiatta che dalle 6 del mattino fino alla sera trasborda da una sponda all'altra auto moto persone e ovviamente biciclette.



Il mattino seguente passo in Germania sulla chiatta e un nebbione come si trova da noi in pianura a febbraio.
Mi trovo ora in Germania,seguo una cartina di cui avevo fatto una parte di fotocopia ma almeno e’ affidabile.
MI discosto dal RENO di qualche km,passo Friesenheim, Offenburg,sono zone coltivate e le cittadine sono a breve distanza l’una dall’altra. La scelta di passare in Germania a Rhinau e’ stata dettata dal fatto di evitare la città di STRASBURGO per non trovarmi immerso nel traffico cittadino
Ora mi riavvicino al grande fiume a KEHL,nella parte tedesca di Strasburgo. Risalgo in queste pianure a RHEINAU,RASTATT dove attraverso il Reno su di un ponte usato in passato per i treni,infatti i solchi dei binari sono stati riempiti con del catrame fino a concludere la tappa a LAUTERBOURG che si trova per pochi metri in territorio francese.


Chiedo a un signore dove trovare alloggio e gentilmente prende l’auto dicendomi di seguirlo e da li a poco mi porta nell’unico hotel di questa cittadina di 8000 abitanti,la tappa si e’ conclusa con 125,48km percorsi in 6,47 ore. Al mattino appena esco dall’hotel ,in piazza c’e’ il mercato in fase di allestimento,e’ li che compro la solita frutta e l’acqua a 3,90 euro.

Mi mantengo sulla sponda sinistra del Reno e vedo affiorare delle colline dopo tanta pianura,coltivata a mais,fragole,e perfino tabacco.

In lontananza scorgo decine di pale eoliche ed e’ l’inizio di chilometri ininterrotti di vigneti, Worms e’ ormai a 50 km,decido di passare in splendide ciclabili all’interno dei vigneti,tutto e’ tranquillo la giornata e’ splendente,quello che ci voleva per vedere in lontananza le guglie del duomo di SAN PETER,ormai e’ fatta entro in città, sono felice mi fermo a fare foto a caso senza senso tanto mi sento euforico


Dopo 106 km in 5 ore e 45 minuti come al solito cerco l’ufficio turistico che mi indica un’albergo ,che poi si rivelerà di bassa lega,però fa lo stesso,per una notte non muore nessuno. In sette giorni ho percorso 826 km in 40 ore circa suddivise in sette giorni,ora mi aspettano quasi due giornate in attesa dell’arrivo di mia moglie con gli amici della banda.



Le passo a pedalare per paesi vigneti e cantine a curiosare a chiedere a chiacchierare,altri 90 km. Un grazie alla mia famiglia che riconosco aver fatto stare in ansia,agli amici che quotidianamente chiamavano per avere mie notizie,inoltre a tutte le persone gentilissime incontrate durante il viaggio.


Una particolare menzione a mia moglie,Mario,Ernesto ,Gloria,Silvia,Baldo e al Corpo Bandistico Borgotarese.
l'aticolo e le foto sono tratte da ww.valtaro.it


































































lunedì 8 febbraio 2010

Carnevale Borgotarese domenica 7-2-2010 Valerio Agitati

Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cristiana (soprattutto in quelli di tradizione cattolica). I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.

Benché facente parte della tradizione cristiana, i caratteri della celebrazione carnevalesca hanno origini in festività ben più antiche, come ad esempio le dionisiache greche o i saturnali romani, che erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza.


Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è il Trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio da Lorenzo il Magnifico. Nella Roma del governo papalino si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.


La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne"), poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Carnevale a Borgo Val di Taro PR
Quando il carnevale è alle porte, nei negozi maschere e vestiti fanno bella mostra in vetrina invitando grandi e piccini al travestimento; è il periodo che precede la Quaresima e proprio per questo le persone - forse – per passare con lo spirito giusto i quaranta giorni di penitenza, si sfogano nella settimana precedente con “feste e balli”.



È l’adattamento cristiano ad antichi riti pagani come i lupercoli o i saturnali. Durante questa settimana ogni paese si prodiga per festeggiare nel miglior modo possibile il carnevale: da Venezia a Viareggio, da Toccalmatto a Sesso sino all’esotica Rino de Janeiro.


Esiste però nell’appennino parmense un ameno paesino che si chiama Borgotaro; qui durante la settimana grassa, molti suoi abitanti prendono le ferie e festeggiano questi giorni in un modo insolito, particolare.


Dal giovedì al martedì grasso, dalle quattro del pomeriggio alle sei del mattino, si festeggia in casa, si tira tardi nei bar, si pranza o cena nei ristoranti, si balla nelle discoteche.


La comunità brgotarese vive un rito – breve ed intenso – che assomiglia a quello quotidiano del popolo spagnolo, “il tapear”; mangiare, farsi vedere, chiacchierare, giocare, festeggiare, bighellonare senza una meta precisa, senza una logica precisa.


Le belle strade di Borgotaro, nel periodo di carnevale, si riempiono di persone che girano di locale in locale (il tapeo), di festa in festa.

Nella giornata di sabato il centro si animerà di bancarelle in cui degustare gratuitamente, tra un chiacchera e un bicchier di vino le frittelle di castagne e le castagnole (polpettine fritte di farina di castagne o normale aromatizzate con liquore).


Ogni giorno dal giovedì al martedì dalle quattro del pomeriggio sino alle sei del mattino tutti in pista! Se per disgrazia qualcuno si sveglia intorno a mezzogiorno, deve uscire di casa e ricominciare a mangiare!


È proibito rimanere tra le mura domestiche, si rischia la propria reputazione. È come ritornare nel medioevo, quando i cavalieri si sfidavano anche a tavola: più mangiavano più erano considerati dagli avversari forti e valorosi.

Si arriva così al martedì grasso, giorno in cui chi ha resistito a questo tour de force si ritrova insieme ai compagni di baldorie per il rito del ringraziamento, per essere riuscito a terminare la festa! I deboli, coloro che si sono ritirati lungo il percorso lucido, sono condannati e non degni di rispetto!

Il Mercoledì "sgurlotto" è il primo giorno di quaresima e tutti, dopo i festeggiamenti, si trovano di nuovo al cinque del pomeriggio nei vari ristoranti per consumare la merenda penitenziale: lo sgurotu (da sgurare? Pulizia dello stomaco dopo i bagordi e baccanali) o sgurlotu (detto di chi fa delle capriole tanto è stanco. Ovvero si facean capriole tanto eran stanchi!).


Per conoscere queste strane persone, questi montanari atipici, che non sono lo stereotipo delle gente di montagna ritenuta chiusa, vi invitiamo ad andare a Borgotaro per divertirvi e provare le trattorie della zona in cui sono serviti gli ottimi prodotti dell’appennino.

Ordinate, oltre i famosi funghi, le tagliatelle con farina di castagne, i malfatti, la torta d’erbe o di patate oppure, se qualcuno lo fa ancora, l’arrosto morto di Borgotaro.
Articolo tratto dal settimanale parmigiano "Polis"




Il carnevale del gruppo Folkloristico di San Rocco di Borgotaro
Nasce nel 1967 a cura di un gruppo di ragazzi ed ha per scopo la rinascita del Carnevale. Un nome importante in questo gruppo è quello di Giuseppe Valla, ma non solo, ci sono Savino, Mauro, Marco, Luigi, Fausto, Enzo, Cesare, Nanni, Gigione, e altri. ancora che nomineremo man mano con il procedere della storia.

La loro sede è il bar gelateria Savoia in quegli anni gestito dai signori Mario e Maria Bertolini, rientrati dalla Svizzera. ( Anche se c’entra poco con il gruppo , bisogna aprire una parentesi per esaltare la bontà di quei gelati, confezionati da Mario e dalla Maria, specialmente quelli al cioccolato…..svizzero!)


Il motto del gruppo è POST LABOREM GAUDIUM. Mentre a favore della comunità organizzavano il Carnevale, alcuni di loro (Savino, Giuseppe, Marco e altri) organizzavano, per se stessi, gustose merende e cene specialmente in quel di Valdena ( La Banca e vicino al Monello ) e altri momenti divertenti.


Premesso che in casa mia prepararsi al Carnevale era un rito importante quanto quello di preparare gli anolini a Natale, per parlare del Carnevale del GRUPPO, ho avuto bisogno dei ricordi di un protagonista tecnico e….indispensabile del Carnevale: Mauro.


La prima sfilata fu nella domenica del 1967 ed il carro allegorico rappresentava i giovani di moda allora, i beat, i figli dei fiori ecc. Fu creato con manifesti autentici e altro materiale che Ernesto aveva portato da Roma. I protagonisti erano pieni di allegria e di…gioventù ed il successo fu tanto che si pensò, invece di riposare sugli allori, di uscire con un altro carro il martedì grasso


Un’idea l’ebbero da subito, anche se lì per lì, sembrava un po’ macabra, ma la realizzarono in modo impeccabile. Traduco il titolo in italiano: LA MORTE DEL PORCO.

Sul carro trainato dal mulo del signor Gasparini ( mi si permetta il conosciuto soprannome: Zinghetti), c’era una bara e una testa di maiale( Offerta dal signor Graziano) , un folto gruppo di donne in gramaglie e in pianto seguivano il feretro accompagnando la vedova ancora più in pianto e in lutto stretto, con molti veli neri che la coprivano ( era il signor Bardini e anche qui è d’obbligo scriverne il soprannome, Tiglione) :


Questo triste, lugubre corteo era così reale e gli attori così immedesimati nella parte che quando giunse in via Nazionale, un’anziana signora che con tanta altra gente si godeva la sfilata, forse un po’ scioccata dall’apparire di questo corteo, vedendo tutte quelle donne in lacrime e grida, e la bara,si fece il segno di croce!!!!!!!!


In questa sfilata, vi era anche la banda di Borgotaro con una dozzina di elementi,( quasi tutti abitanti del quartiere) che riprendeva la sua attività, dopo un periodo di assenza. Da allora, la banda cittadina partecipò quasi sempre alle sfilate del gruppo.


Un altro carro di quegli anni, originale non poco, fu quello del dott. Barnard, impersonato da Savino, ed il trapianto di cuore! .Ogni Carnevale IL Gruppo Folkloristico presentava carri molte volte degni di Viareggio. Un ingrediente importante era sempre quella pungente ma garbata ironia che impegnava il pubblico alla ricerca del soggetto…colpito, che poteva essere un personaggio locale od un avvenimento nazionale. Senza offendere palesemente alcuno, molte volte il carro del gruppo sembrava opera di qualche antesignano Gabibbo!


Per sviluppare meglio l’idea che il carro di volta in volta rappresentava, quando il corteo dei carri arrivava in paese, davanti al Teatro Farnese, i vari personaggi rappresentati, recitavano gustose scenette piene di sano umorismo e spiegavano al numeroso pubblico presente i risvolti della faccenda! Mi piace ricordare a questo punto, uno dei più bei carri del Gruppo Folkloristico risalente ad un epoca abbastanza recente, la famosa, stupenda PRANDINA, la caravella che Cristoforo Colombo non potè avere perché ai sui tempi non c’era ancora quel tal Ministro, e che il gruppo, con i suoi mezzi, la sua arguzia ed intelligenza, costruì per agevolare l’attraversamento del Taro e raggiungere i liguri lidi!



Ed una volto vennero presi di mira i Vespasiani comunali , e gli interpreti della scenetta , grandiosi ed inimitabili, furono Osvaldo e Vittorio.


E poi I LADRI DI POLLI, e, ancora QUELLI CHE TAGLIAVANO LE GOMME.
E che dire dell’anno della consegna del TAPIRO D’ORO e quell’atterraggio “forzato” del DC 10 “ ?

Tornando alle sfilate del Gruppo Folkloristico, è importante ricordare che non erano solo i carri che impreziosivano il Carnevale, ma anche i loro personaggi, le loro macchiette, e il merito era dei ragazzi che le rappresentavano e che erano indispensabili per la riuscita delle sfilate: chi non ricorda Mino impersonare uno splendido Pinocchio dorato, agile, garbato, elegante nelle fauci della “balena bianca”? E che dire del nostro indimenticabile CARLO, nei panni (si fa per dire) di un coraggioso Polifemo, sfilare a torso nudo nel gelido pomeriggio di febbraio, oppure vestire gli abiti di Nerone con la Paola, schiava fedele, che con un lungo,piumoso flabello lo rinfrescava (anche se la temperatura era solitamente sotto zero o quasi).

E , siccome in ogni epoca ed in ogni paese ci sono bambini e ragazzi che amano marinare la scuola o fare i capricci , ecco in abiti da bambini di prima elementare, con le cartelline, il grembiulino e il fioccone al collo, Carlo e la Fabrizia, impersonando Pierino e compagni, aprono una delle tante sfilate . Fra gli interpreti più famosi dei Carnevali del gruppo, e chissà quanti ne dimentichiamo di citare, ma che sono sempre nella memoria del cuore, Fausto, Pinetto, Fabio caro indimenticato Ennio che, pur non vestendo costumi, stava sempre all’interno dei mascheroni di cartapesta, muovendo leve e altri meccanismi, per dar loro la vita . Ricordiamo il “sindaco “ Evano, su un carro in cui era rappresentato addirittura il palazzo comunale, fedelmente ricostruito.


Impegnativo fu anche il carro che ricordava la chiusura delle fabbriche a Borgotaro, con la torre e il corvo, prendendo di mira un politico locale di quegli anni. Nei carnevali del Gruppo ci fu anche una scenetta un po’ forte, quando Komeini, impersonato da Fausto, per poco non tagliò veramente la mano alla sua vittima (Valerio), fortunatamente si accontentò di un dito, ma il sangue ci fu davvero! Tornando al bello, parliamo un po’ del carro del Pavone: Primo carro creato con movimento, infatti il grande pittoresco pavone muoveva la testa e portava sulla schiena una cinquantina di maschere , stupendi Pierrot: Il meccanismo era azionato da Giorgio Corea.

Le sfilate del gruppo, erano annunciate spesso da maschere elegantissime, il Pavone, i domini veneziani, e una per tutte la coppia di uno splendido principe con dama, interpretati da due piuttosto noti personaggi del paese, a voi scoprirne l’identità .
Sempre a proposito della satira politica, citiamo il carro della “Torre di Pisa”, dove i socialisti reggevano una traballante giunta comunale democristiana: Era un carro con una enorme struttura in legno, piuttosto impegnativo in tutti i sensi!


Tornando alla satira politica nazionale, citiamo il carro di Cossiga il Picconatore, dove c’erano enormi mascheroni di personaggi politici di quei tempi , che furono acquistati al Carnevale di Viareggio ,dove Mauro ed alcuni altri membri del gruppo, impararono ad usare la cartapesta.
A proposito di abiti è doveroso un pensiero affettuoso all’Anna Maria che ne ha cuciti tanti senza alcun compenso e con tanta passione e capacità , come quella che metteva nel confezionare i suoi Amor, ma questa è un’altra storia. Altre signore che cucirono con pazienza, capacità e gusto i costumi per il Carnevale del gruppo, sempre per fare qualche nome, Marietta, Angiolina, Anna


Tratto dal sito del http://www.quartieresanrocco.it/ scritto da Patrizia