lunedì 8 febbraio 2010

Carnevale Borgotarese domenica 7-2-2010 Valerio Agitati

Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cristiana (soprattutto in quelli di tradizione cattolica). I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.

Benché facente parte della tradizione cristiana, i caratteri della celebrazione carnevalesca hanno origini in festività ben più antiche, come ad esempio le dionisiache greche o i saturnali romani, che erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza.


Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è il Trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio da Lorenzo il Magnifico. Nella Roma del governo papalino si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.


La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne"), poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Carnevale a Borgo Val di Taro PR
Quando il carnevale è alle porte, nei negozi maschere e vestiti fanno bella mostra in vetrina invitando grandi e piccini al travestimento; è il periodo che precede la Quaresima e proprio per questo le persone - forse – per passare con lo spirito giusto i quaranta giorni di penitenza, si sfogano nella settimana precedente con “feste e balli”.



È l’adattamento cristiano ad antichi riti pagani come i lupercoli o i saturnali. Durante questa settimana ogni paese si prodiga per festeggiare nel miglior modo possibile il carnevale: da Venezia a Viareggio, da Toccalmatto a Sesso sino all’esotica Rino de Janeiro.


Esiste però nell’appennino parmense un ameno paesino che si chiama Borgotaro; qui durante la settimana grassa, molti suoi abitanti prendono le ferie e festeggiano questi giorni in un modo insolito, particolare.


Dal giovedì al martedì grasso, dalle quattro del pomeriggio alle sei del mattino, si festeggia in casa, si tira tardi nei bar, si pranza o cena nei ristoranti, si balla nelle discoteche.


La comunità brgotarese vive un rito – breve ed intenso – che assomiglia a quello quotidiano del popolo spagnolo, “il tapear”; mangiare, farsi vedere, chiacchierare, giocare, festeggiare, bighellonare senza una meta precisa, senza una logica precisa.


Le belle strade di Borgotaro, nel periodo di carnevale, si riempiono di persone che girano di locale in locale (il tapeo), di festa in festa.

Nella giornata di sabato il centro si animerà di bancarelle in cui degustare gratuitamente, tra un chiacchera e un bicchier di vino le frittelle di castagne e le castagnole (polpettine fritte di farina di castagne o normale aromatizzate con liquore).


Ogni giorno dal giovedì al martedì dalle quattro del pomeriggio sino alle sei del mattino tutti in pista! Se per disgrazia qualcuno si sveglia intorno a mezzogiorno, deve uscire di casa e ricominciare a mangiare!


È proibito rimanere tra le mura domestiche, si rischia la propria reputazione. È come ritornare nel medioevo, quando i cavalieri si sfidavano anche a tavola: più mangiavano più erano considerati dagli avversari forti e valorosi.

Si arriva così al martedì grasso, giorno in cui chi ha resistito a questo tour de force si ritrova insieme ai compagni di baldorie per il rito del ringraziamento, per essere riuscito a terminare la festa! I deboli, coloro che si sono ritirati lungo il percorso lucido, sono condannati e non degni di rispetto!

Il Mercoledì "sgurlotto" è il primo giorno di quaresima e tutti, dopo i festeggiamenti, si trovano di nuovo al cinque del pomeriggio nei vari ristoranti per consumare la merenda penitenziale: lo sgurotu (da sgurare? Pulizia dello stomaco dopo i bagordi e baccanali) o sgurlotu (detto di chi fa delle capriole tanto è stanco. Ovvero si facean capriole tanto eran stanchi!).


Per conoscere queste strane persone, questi montanari atipici, che non sono lo stereotipo delle gente di montagna ritenuta chiusa, vi invitiamo ad andare a Borgotaro per divertirvi e provare le trattorie della zona in cui sono serviti gli ottimi prodotti dell’appennino.

Ordinate, oltre i famosi funghi, le tagliatelle con farina di castagne, i malfatti, la torta d’erbe o di patate oppure, se qualcuno lo fa ancora, l’arrosto morto di Borgotaro.
Articolo tratto dal settimanale parmigiano "Polis"




Il carnevale del gruppo Folkloristico di San Rocco di Borgotaro
Nasce nel 1967 a cura di un gruppo di ragazzi ed ha per scopo la rinascita del Carnevale. Un nome importante in questo gruppo è quello di Giuseppe Valla, ma non solo, ci sono Savino, Mauro, Marco, Luigi, Fausto, Enzo, Cesare, Nanni, Gigione, e altri. ancora che nomineremo man mano con il procedere della storia.

La loro sede è il bar gelateria Savoia in quegli anni gestito dai signori Mario e Maria Bertolini, rientrati dalla Svizzera. ( Anche se c’entra poco con il gruppo , bisogna aprire una parentesi per esaltare la bontà di quei gelati, confezionati da Mario e dalla Maria, specialmente quelli al cioccolato…..svizzero!)


Il motto del gruppo è POST LABOREM GAUDIUM. Mentre a favore della comunità organizzavano il Carnevale, alcuni di loro (Savino, Giuseppe, Marco e altri) organizzavano, per se stessi, gustose merende e cene specialmente in quel di Valdena ( La Banca e vicino al Monello ) e altri momenti divertenti.


Premesso che in casa mia prepararsi al Carnevale era un rito importante quanto quello di preparare gli anolini a Natale, per parlare del Carnevale del GRUPPO, ho avuto bisogno dei ricordi di un protagonista tecnico e….indispensabile del Carnevale: Mauro.


La prima sfilata fu nella domenica del 1967 ed il carro allegorico rappresentava i giovani di moda allora, i beat, i figli dei fiori ecc. Fu creato con manifesti autentici e altro materiale che Ernesto aveva portato da Roma. I protagonisti erano pieni di allegria e di…gioventù ed il successo fu tanto che si pensò, invece di riposare sugli allori, di uscire con un altro carro il martedì grasso


Un’idea l’ebbero da subito, anche se lì per lì, sembrava un po’ macabra, ma la realizzarono in modo impeccabile. Traduco il titolo in italiano: LA MORTE DEL PORCO.

Sul carro trainato dal mulo del signor Gasparini ( mi si permetta il conosciuto soprannome: Zinghetti), c’era una bara e una testa di maiale( Offerta dal signor Graziano) , un folto gruppo di donne in gramaglie e in pianto seguivano il feretro accompagnando la vedova ancora più in pianto e in lutto stretto, con molti veli neri che la coprivano ( era il signor Bardini e anche qui è d’obbligo scriverne il soprannome, Tiglione) :


Questo triste, lugubre corteo era così reale e gli attori così immedesimati nella parte che quando giunse in via Nazionale, un’anziana signora che con tanta altra gente si godeva la sfilata, forse un po’ scioccata dall’apparire di questo corteo, vedendo tutte quelle donne in lacrime e grida, e la bara,si fece il segno di croce!!!!!!!!


In questa sfilata, vi era anche la banda di Borgotaro con una dozzina di elementi,( quasi tutti abitanti del quartiere) che riprendeva la sua attività, dopo un periodo di assenza. Da allora, la banda cittadina partecipò quasi sempre alle sfilate del gruppo.


Un altro carro di quegli anni, originale non poco, fu quello del dott. Barnard, impersonato da Savino, ed il trapianto di cuore! .Ogni Carnevale IL Gruppo Folkloristico presentava carri molte volte degni di Viareggio. Un ingrediente importante era sempre quella pungente ma garbata ironia che impegnava il pubblico alla ricerca del soggetto…colpito, che poteva essere un personaggio locale od un avvenimento nazionale. Senza offendere palesemente alcuno, molte volte il carro del gruppo sembrava opera di qualche antesignano Gabibbo!


Per sviluppare meglio l’idea che il carro di volta in volta rappresentava, quando il corteo dei carri arrivava in paese, davanti al Teatro Farnese, i vari personaggi rappresentati, recitavano gustose scenette piene di sano umorismo e spiegavano al numeroso pubblico presente i risvolti della faccenda! Mi piace ricordare a questo punto, uno dei più bei carri del Gruppo Folkloristico risalente ad un epoca abbastanza recente, la famosa, stupenda PRANDINA, la caravella che Cristoforo Colombo non potè avere perché ai sui tempi non c’era ancora quel tal Ministro, e che il gruppo, con i suoi mezzi, la sua arguzia ed intelligenza, costruì per agevolare l’attraversamento del Taro e raggiungere i liguri lidi!



Ed una volto vennero presi di mira i Vespasiani comunali , e gli interpreti della scenetta , grandiosi ed inimitabili, furono Osvaldo e Vittorio.


E poi I LADRI DI POLLI, e, ancora QUELLI CHE TAGLIAVANO LE GOMME.
E che dire dell’anno della consegna del TAPIRO D’ORO e quell’atterraggio “forzato” del DC 10 “ ?

Tornando alle sfilate del Gruppo Folkloristico, è importante ricordare che non erano solo i carri che impreziosivano il Carnevale, ma anche i loro personaggi, le loro macchiette, e il merito era dei ragazzi che le rappresentavano e che erano indispensabili per la riuscita delle sfilate: chi non ricorda Mino impersonare uno splendido Pinocchio dorato, agile, garbato, elegante nelle fauci della “balena bianca”? E che dire del nostro indimenticabile CARLO, nei panni (si fa per dire) di un coraggioso Polifemo, sfilare a torso nudo nel gelido pomeriggio di febbraio, oppure vestire gli abiti di Nerone con la Paola, schiava fedele, che con un lungo,piumoso flabello lo rinfrescava (anche se la temperatura era solitamente sotto zero o quasi).

E , siccome in ogni epoca ed in ogni paese ci sono bambini e ragazzi che amano marinare la scuola o fare i capricci , ecco in abiti da bambini di prima elementare, con le cartelline, il grembiulino e il fioccone al collo, Carlo e la Fabrizia, impersonando Pierino e compagni, aprono una delle tante sfilate . Fra gli interpreti più famosi dei Carnevali del gruppo, e chissà quanti ne dimentichiamo di citare, ma che sono sempre nella memoria del cuore, Fausto, Pinetto, Fabio caro indimenticato Ennio che, pur non vestendo costumi, stava sempre all’interno dei mascheroni di cartapesta, muovendo leve e altri meccanismi, per dar loro la vita . Ricordiamo il “sindaco “ Evano, su un carro in cui era rappresentato addirittura il palazzo comunale, fedelmente ricostruito.


Impegnativo fu anche il carro che ricordava la chiusura delle fabbriche a Borgotaro, con la torre e il corvo, prendendo di mira un politico locale di quegli anni. Nei carnevali del Gruppo ci fu anche una scenetta un po’ forte, quando Komeini, impersonato da Fausto, per poco non tagliò veramente la mano alla sua vittima (Valerio), fortunatamente si accontentò di un dito, ma il sangue ci fu davvero! Tornando al bello, parliamo un po’ del carro del Pavone: Primo carro creato con movimento, infatti il grande pittoresco pavone muoveva la testa e portava sulla schiena una cinquantina di maschere , stupendi Pierrot: Il meccanismo era azionato da Giorgio Corea.

Le sfilate del gruppo, erano annunciate spesso da maschere elegantissime, il Pavone, i domini veneziani, e una per tutte la coppia di uno splendido principe con dama, interpretati da due piuttosto noti personaggi del paese, a voi scoprirne l’identità .
Sempre a proposito della satira politica, citiamo il carro della “Torre di Pisa”, dove i socialisti reggevano una traballante giunta comunale democristiana: Era un carro con una enorme struttura in legno, piuttosto impegnativo in tutti i sensi!


Tornando alla satira politica nazionale, citiamo il carro di Cossiga il Picconatore, dove c’erano enormi mascheroni di personaggi politici di quei tempi , che furono acquistati al Carnevale di Viareggio ,dove Mauro ed alcuni altri membri del gruppo, impararono ad usare la cartapesta.
A proposito di abiti è doveroso un pensiero affettuoso all’Anna Maria che ne ha cuciti tanti senza alcun compenso e con tanta passione e capacità , come quella che metteva nel confezionare i suoi Amor, ma questa è un’altra storia. Altre signore che cucirono con pazienza, capacità e gusto i costumi per il Carnevale del gruppo, sempre per fare qualche nome, Marietta, Angiolina, Anna


Tratto dal sito del http://www.quartieresanrocco.it/ scritto da Patrizia







































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